“Incontri di terre” è il titolo del prossimo appuntamento della rassegna culturale organizzata da Imap Casa “Alle 5 della sera”.
Si terrà sabato 16 febbraio 2019 a partire dalle ore 17:00 presso lo show room dell’azienda, in via Fornaci 3 a Sedico (BL).
Si incontreranno dieci ceramisti locali e non, e sarà un’occasione di confronto tra personalità, esperienze, stili e storie diversi.
Ciascuno di loro ha elaborato in anni di attività un particolare modo di interpretare e reinterpretare l’uso della ceramica. Le argille, i colori, le cotture, le varie tecniche si potranno incontrare in questo panorama della ceramica tradizionale ed artistica. La presenza di molti degli artisti in esposizione permetterà al pubblico più curioso di scoprire di più su quest’antica arte.
Il gruppo musicale Diaduit aprirà la serata con la propria interpretazione colta e sensibile della musica folk.
Musica: l’ensemble DiaDuit
Dal 2009 l’ensemble DiaDuit porta la propria musica nei più celebri festival italiani dedicati al folk e alla musica acustica. Negli anni il gruppo ha lavorato a diversi repertori, tra cui il concerto a ballo, un’antologia di musica di varie etnie ed anche un repertorio di rivisitazione di successi pop internazionali riarrangiati e riproposti in “stile DiaDuit”. Il 2017 è l’anno di uscita di “Aquiloni“, il loro secondo lavoro discografico.
Ceramica: gli artisti ospiti di “incontri di terre”
Fulvia Celli (Feltre, BL)

Insegnante di educazione artistica e storia dell’arte, ha esplorato i linguaggi della poesia, della pittura e della ceramica raku dando vita a creazioni spesso ispirate dalla filosofia, dalla poesia e dall’amore e rispetto per la natura. Oggi continua il suo lavoro di divulgazione della storia dell’arte, dell’arte come messaggio di pace, di bellezza, come strumento e mezzo per canalizzare energie positive e trasmetterle in maniera contagiosa.
Silvia De Cet (Feltre, BL)
L’interesse di Silvia spazia dalla musica all’artigianato. Erede delle conoscenze di falegnameria del padre, in una continua sperimentazione su materiali, superfici e forme, utilizza principalmente il tornio per la realizzazione di oggetti d’uso, con l’intento di donare loro un’anima. Il gres, il refrattario, gli smalti d’alta temperatura, le cristalline, ma anche i metalli ed il vetro sono gli elementi che manipola. Ha un laboratorio artistico nella cittadella di Feltre aperto tutto l’anno.
Antonio Di Simone (Castelli, TE)
Lavora da sempre con il padre Vincenzo nella bottega artigianale nel piccolo borgo di Castelli d’Abruzzo, noto al mondo per la raffinata produzione di ceramiche. Vincenzo è cresciuto insieme ai vecchi maestri artigiani ed ha trasmesso ad Antonio il suo sapere. Vincenzo foggia e forma la maiolica, Antonio decora secondo i modelli della tradizione. Insieme hanno restituito al paese il vecchio “forno a respiro” restaurato con il patrocinio ed i fondi della comunità europea.
Claudia Dorkenwald (Monaco di Baviera, Germania / Sospirolo, BL)
Si è dedicata in prevalenza alla tecnica del raku ed alle cotture a gas, giocando sugli effetti che un ambiente in ossidazione o riduzione produce sul pezzo nel forno e su come i gas e le fiamme lambiscono i manufatti e gli smalti di copertura. Utilizza smalti autoprodotti, anche mescolando alle argille cenere e materiali naturali, quali foglie, raccolti sul territorio locale. Lavora al tornio per creare oggetti d’uso e a lastra e lucignolo per realizzare installazioni e pezzi unici artistici.
John Helm (California, USA / Belluno)
Architetto della California, vive a Belluno da alcuni anni. La sua passione per la ceramica nasce in parte dalla possibilità di esprimere in modo semplice la propria creatività. John crede che lavorare materiali semplici che vengono dalla terra, tecnica che non è sostanzialmente cambiata per milioni di anni, dia una connessione con la realtà che è unica in questo mondo così complesso. I suoi pezzi fatti al tornio sono semplici e di uso quotidiano. John produce le sue ceramiche per uso personale, per amici e familiari.
Licia Mares (Belluno)
Ha incontrato molti maestri dai quali ha appreso le tecniche della ceramica dapprima tradizionale, poi meno convenzionale. Ha sperimentato in maniera molto anarchica forni di cottura, materiali e tecniche. Il forno a legna, a carta, raku; le tecniche del lucignolo, a lastra, al tornio; gli smalti tradizionali, i colori sottosmalto, gli ingobbi con terre e ossidi colorati. Recentemente ha intessuto tessere di argilla con fili e nodi marinai, in una ripetizione meticolosa di caselle e nodi tutti apparentemente uguali.
Mirco Mioranza (Sedico, BL)
La prerogativa dell’arte di Mirco è la contaminazione: ispirandosi alle civiltà antiche ed alle Scritture, che ha studiato per passione, ha dato origine ad un linguaggio artistico con un nuovo significato. Con il legno e i metalli, di recupero, incornicia, unisce e sostiene elementi di ceramica, provenienti soprattutto da cotture raku. Progetta oggetti d’uso e d’arredo, pezzi unici di foggia libera ed originale. Il suo laboratorio a Sedico è aperto tutto l’anno.
Gianfranco Renzini (Faenza, RA / Gargnano, BS)
Faentino di nascita, ha insegnato decorazione, laboratorio e cottura presso l’Istituto d’arte di Gargnano (BS) e tenuto corsi in strutture pubbliche e private. In una carriera lunga una vita, ha creato oggetti d’uso, gioielli, sculture, pannelli, ciotole; spesso le sue opere contengono parti in legno, avendo acquisito dal padre falegname e restauratore le conoscenze specifiche. I suoi lavori sono ispirati al paesaggio, ai ricordi, ai sogni, con richiami alla terra, al mare, al cielo. Si leggono grafie fantasiose e poetiche, si trovano figurine alate (le “vittorie alate”) e aquiloni librati nell’aria. A Villavetro di Gargnano, con vista sul Lago di Garda, ha un laboratorio ed esposizione visitabili su prenotazione.
Emanuela Stanziani (Imola, BO / Gargnano, BS)

Nata ad Imola e formatasi a Faenza, ha insegnato foggiatura e decorazione presso l’Istituto d’arte di Gargnano (BS), collaborando con aziende artigiane e lavorando agli arredi di case private come decoratrice. Conosce per nascita, formazione e passione le molte espressioni della ceramica, indagandole nella carriera professionale e privata, anche mediante le frequentazioni museali; dedicandosi alla foggiatura a stampo e lastra, con cotture tradizionali e raku, crea gioielli e oggetti d’uso, che decora ispirandosi alla tradizione faentina.
Maria Giovanna Zannini (Padova / Valle di Cadore, BL)
Avere un diploma per l’insegnamento della ceramica del metodo Bruno Munari e foggiare cuchi sono elementi che ci raccontano l’approccio dolce e giocoso di Maria Giovanna Zannini. Grazie al suddetto metodo ha imparato a trasmettere la passione per la ceramica ai più giovani. La stessa passione le è stata trasmessa dai cucari di Nove nella costruzione dei cuchi, sculture e figure “fischianti” che si trovano nella ceramica popolare di tutto il mondo. Nel suo laboratorio di Valle di Cadore “Creta e fuoco” foggia le piccole sculture e crea oggetti d’uso, mentre a lastra crea contenitori smaltati con cristalline in grosso spessore, colorate con ossidi e ingobbi.